giovedì 29 settembre 2011

Celebrare l’equinozio di autunno


Gli equinozi, tempi di attività sospesa, sono periodi in cui le persone cambiano i loro ritmi vitali, adattandoli ad una fase stagionale diversa. Per questo motivo sono epoche di turbolenza fisica e psichica. Anche meteorologicamente sono momenti in cui le masse di aria calda si raffreddano provocando le cosiddette tempeste equinoziali, che i navigatori conoscono fin troppo bene. È necessario conoscere il significato e l’importanza di queste fasi naturali così che la loro turbolenza ci dia energia invece di svuotarci. Tuttavia, se durante l’Equinozio di Primavera si andava verso una stagione di crescita e di azione, stavolta ci si muove verso una stagione di declino. Fisicamente quindi, sarà opportuno concederci pause di riposo, dopo lo stress della calura estiva e di vacanze spesso frenetiche, prima di affrontare i rigori dell’inverno. Se si ha la possibilità, ci si può concedere una breve vacanza settembrina a scopo esclusivamente riposante. Sono molto indicati in questo periodo anche esercizi di rilassamento e di respirazione. Ci possiamo concedere attività fisiche non particolarmente impegnative:
questo è il periodo ideale per passeggiate ed escursioni in campagna e in collina, anche per salutare la Natura che si prepara al suo riposo invernale. L’immagazzinamento e la trasformazione dei prodotti della terra segna il completamento di un ciclo vitale che si riferisce non solo ad un evento vegetale e naturalistico esteriore ma, come abbiamo più volte ribadito, anche alla nostra esistenza umana. Se il tema cosmico del declino della luce ci spinge alla riflessione, all’introversione, all’entrare in noi stessi dopo la frenesia primaverile ed estiva, il tema vegetale e agrario ci suggerisce un atteggiamento di ringraziamento: per i frutti della terra e per le esperienze dell’anno trascorso, le lezioni imparate che sono il raccolto delle nostre esistenze. Infatti, psicologicamente è tempo di riflessione e di contemplazione, di ringraziamento per i frutti della terra e per le esperienze che abbiamo avuto durante l’anno. Uno dei temi su cui possiamo meditare, ispirandoci all’immagazzinamento dei frutti.della terra, riguarda tutto quello che è avvenuto nella nostra vita. Prendiamoci un po’ di tempo per riflettere su quello che ci è accaduto e su quello che abbiamo raccolto o imparato durante l’anno. Approfittiamo quindi di questo periodo per fare “il punto della situazione”: possiamo a questo scopo trascrivere in un diario tutto quello che siamo riusciti a realizzare, come pure le cose che non siamo riusciti a fare secondo i nostri progetti e i motivi che ci hanno impedito la loro realizzazione. Come ogni festa dell’anno anche l’Equinozio va visto come una piccola iniziazione ad un nuovo livello di consapevolezza. Ora la parte alta dell’anno è terminata ed è tempo di volgersi all’interiorità. Noi entriamo nella parte declinante della Ruota dell’Anno: è tempo di viaggiare nell’oltremondo e di esplorare il sé, incontrando quegli aspetti di noi che ostacolano la nostra vita interiore. Entriamo nel tempo del buio, ma privati della luce esteriore, possiamo incontrare l’illuminazione interiore. Così, riflettiamo sui misteri della trasformazione attraverso la morte e prepariamoci per l’arrivo dell’inverno e alla nostra trasformazione interiore. Ricordiamoci soprattutto che come la morte del Dio della Vegetazione significa trasformazione, rigenerazione e rinascita, così anche noi rivedremo la luce rigenerati e rinnovati. Quindi possiamo dedicare il periodo dell’Equinozio alla meditazione, alla visualizzazione guidata, alla riflessione sui nostri sogni. È un buon momento per dedicarci a tutte quelle attività che ci pongono a contatto con il nostro inconscio. Se ce la sentiamo e soprattutto se abbiamo l’occasione di incontrare validi maestri, possiamo praticare tecniche sciamaniche, come quelle dei Nativi Americani, particolarmente adatte ai viaggi nei mondi spirituali. È una buona cosa ringraziare la Grande Madre Terra con un piccolo festino: invitiamo i nostri amici, offriamo loro i frutti di stagione e ammiriamo il fresco tramonto di settembre ricordando i giorni trascorsi insieme nell’anno! Possiamo decorare la tavola con foglie, noci e frutti di stagione. Se desideriamo fare qualcosa di più complesso per celebrare questo periodo dell’anno possiamo celebrare un piccolo rito di ringraziamento, all’aperto o al chiuso, come desideriamo. Sarebbe preferibile il tardo pomeriggio, osservando il sole che tramonta. Si può accendere una candela blu: è il colore dell’oceano cosmico in cui tramonta il sole, il colore sacro dell’Occidente. Diciamo “Ti salutiamo Dio Sole e aspettiamo la tua rinascita”. Su un tavolo o su un altro ripiano possiamo aver disposto frutti di stagione e una coppa di vino. Dopo averli presentati al sole che tramonta diciamo:“Ti ringraziamo Madre Terra per i doni che ci hai dato”. Meditiamo quindi sui temi di questa stagione e sulle buone cose che abbiamo ottenuto nelle nostre vite durante l’anno trascorso. Poi consumiamo i frutti e beviamo il vino, ricordandoci, come abbiamo imparato a fare, di lasciarne una parte per la terra e le sue creature.

Da: Feste pagane di Roberto Fattore

23 settembre: la Luce dell'Autunno (Alban Elued)

Il giorno 23 settembre cade l'equinozio d'autunno, il Sole attraversa l'Equatore Celeste, passando dall'emisfero Nord a quello Sud,: finisce l'estate ed inizia l'autunno. Dopo 6 mesi il Sole viene a trovarsi nuovamente sul piano dell'equatore terrestre ed il circolo di illuminazione passa per i poli; in questo giorno il Sole passa allo zenit all'equatore, sorge al polo sud, tramonta al polo nord e la giornata dura esattamente 12 ore in tutto il resto della Terra.
L'equinozio, oltre che dalla durata del giorno e della notte, che è uguale, può essere riconosciuto con una semplicissima esperienza di gnomonica: osservate l'ombra di un chiodo infisso su un muro esposto al Sole. Il vertice dell'ombra, nel corso di ogni giorno dell'anno, disegna una curva che, agli equinozi, diventa una retta. Questa retta ed almeno le due curve giornaliere dei solstizi sono generalmente presenti sui quadranti degli orologi solari.
L'Equinozio d'Autunno viene chiamato nella tradizione druidica Alban Elfed, Luce d’Autunno, o Alban Elued, Luce dell'Acqua).
Esso rappresenta la seconda festività del raccolto, segnando per parte sua, la fine della mietitura, così come Lughnasad ne aveva segnato l'inizio.
Ancora una volta il giorno e la notte sono in perfetto equilibrio, come lo erano all'Equinozio di Primavera, ma ben presto le notti cresceranno fino ad essere più lunghe dei giorni, e l'inverno sarà di nuovo tra di noi.
L'equilibrio è più intenso in questo momento che nell'agitazione della primavera, e questa è spesso la più tranquilla tra le feste.
Il raccolto è completato; è un momento di accettazione di tutto ciò che abbiamo e di ciò che ci manca, un momento di riflessione su ciò che abbiamo realizzato.
È forte l'elemento acqua, il flusso e riflusso delle maree, mentre noi ci mettiamo nell'ovest del nostro cerchio sacro, cercando di capire i misteri dell'equilibrio.
È un momento per scambiarsi doni di abbondanza e forza, un momento in cui i partecipanti portano al rito offerte e regali per gli altri e per gli Dei.
Nella cerimonia rendiamo grazie per i frutti della terra e per la bontà della Dea Madre. E così il ciclo si completa e ritorniamo di nuovo al tempo di Samhuinn.
Alban Elued è posto ad Occidente, quando l'energia si avvia ad essere piuttosto favorevole al raccoglimento, al tranquillo raccolto delle esperienze dell'estate.
In molti Boschi (congreghe druidiche) è consueto benedire e condividere cibi e bevande in tutti i riti festivi. Spesso si tratta di una grande pagnotta rotonda fatta in casa e di idromele (oppure sidro, vino o birra) fatto passare in un cerchio dentro un corno per bere.
Dopo aver reso grazie alla dea del territorio e al signore della luce e avere riconosciuto l'alchimia che trasforma il grano in pane e il nettare dei fiori in idromele, la congregazione invocherà la benedizione del pane e del corno. Il primo pezzo di pane, il primo sorso di idromele sono restituiti al suolo, alla Madre Terra, agli spiriti del luogo, e se indicato per il rito se ne consegnano altri agli antenati attraverso le fiamme del fuoco.
Se il Bosco non celebra questo banchetto ad ogni rito, quasi sempre lo farà all'equinozio d'autunno.

Philipp Carr Gomm ed Emma Restall Orr

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