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domenica 4 dicembre 2011

L'antro dei bardi



I miei pensieri scivolano veloci,
sulla lieve poesia dei Bardi di Britannia.
Essi ridicolizzano se stessi
con uno sfoggio eccessivo.

Il martello è necessario al fabbro.
Io chiedo un bastone
per conservare la scienza dei Bardi.
Chi non conosce l'Antro dei Bardi?

Io sono abile compositore, limpido cantore,
Io sono acciaio, Io sono Druido,
sono architetto, sono uomo di scienza,
Io sono serpente, sono amore e presiedo ai banchetti.
Io non sono un Bardo confuso e svampito.
Quando un maestro canta un'ode di memoria,
non ricerca esotiche meraviglie.

Possa io accoglierli
come si sprofonda in un lago
senza barca.

Rimanga al suo posto la roccia avvolta dalle onde,
stagliando il suo profilo nell'aurora,
la roccia del Maestro Supremo, un Capo sereno.

L'abuso di idromele ci forza a parlare.
Io sono un otre vuoto, Io sono un crepaccio,
Io sono un toro sacro, depositario del canto,
Io sono uomo di lettere, sono risposta al mistero.
Amo gli alti alberi che mi proteggono,
amo il Bardo che non compone invano,
ma disprezzo colui che si crogiola nella discordia

Taliesin

martedì 15 novembre 2011


Vedere il mondo in un granello di sabbia
E il cielo in un fiore di campo
Stringere l'infinito nel palmo della mano
E l'eternità in un'ora

William Blake

Io sono pagana


Io sono pagana
Le rocce, il vento, i ruscelli, gli animali sono miei fratelli. In loro si completa la mia vita. In loro è presente la scintilla divina che guida il mio spirito. Riconosco gli alberi come mio rifugio, come mia fortezza. Ogni volta che piango sono loro ad asciugare le mie lacrime con il lieve tocco del cuore. I loro tronchi sono il mio appoggio quando sono stanca, la loro linfa è il simbolo del continuo fluire del rinnovamento, su me e la mia pelle. Sono la mia capanna dell'anima, dove mi rifugio ogni volta che la pioggia cade troppo forte e il vento porta via le foglie dal sentiero.

Io sono pagana.
Riconosco un Dio e una Dea, in loro la mia vita, per loro la mia vita. Non conosco i loro nomi perchè sono abituata a chiamarli con tutti i nomi del mondo. Loro sempre rispondono anche se la mia voce è solo un sussurro, un sospiro. Loro le mie labbra, loro il mio cuore. Mi insegnano infinito amore e abbandono per la fiammata che sento dentro ogni giorno, l'esistenza. Mi donano la paura ed il dubbio, perché io possa chiedere a me stessa e trovare le risposte. Mi donano il dolore e la sofferenza perché io possa crescere nel faticoso cammino della vita, imparando ogni lezione che a me sarà posta. Mi donano la fantasia e l'eclettismo perché io possa amare me stessa giorno dopo giorno, cambiando forma, mutando umore, essendo donna.

Io sono pagana.
Celebro il mutare delle stagioni. Attraverso l'anno tenendo per mano la Madre nei suoi percorsi di luce, di ghiaccio, di sangue e di rugiada. Onoro il rinnovamento della vita, l'inizio della crescita, la rinascita dei germogli, l'amore e la passione, il primo biondo raccolto, la fruttificazione, l'ultimo raccolto d'arancio, la fine e il passaggio. Le stagioni si posano sulla mia pelle come organza, imprimendo i loro forti odori nelle mie narici, i loro sapori sulla mia lingua, i loro colori nei miei occhi. Mille e ancora mille tesori a me svelati

Morgana

Possa io mai allontanarmi dal nemeton



Possa io mai allontanarmi dal nemeton

Dove la mia vita è stata creata.

Come un bardo in addestramento, ero un alberello
Crescevo affusolato e con radici superficiali.

Come ovate della visione, ho messo le foglie,
Creato medicine dalla mia ispirazione.

Come druido, sono cresciuto ricco di frutti,
La saggezza incorona la mia altezza elevata,
La pace è protezione per coloro che proteggo
Sotto i miei diffusi rami.

Possa io mai allontanarmi dal nemeton
Dove la mia vita è stata creata.

Caitlin Matthews 

giovedì 10 marzo 2011

Non ho che un desiderio



Voglio dissolvermi nello scorrere del ruscello
e farmi acqua canterina

posarmi su un fiore, carpirne il profumo
e seguire il vento

frusciare tra i rami degli alberi
e tornare qui

leggera leggera, fresca, profumata, luminosa

e danzante
nella danza della vita
rinata a me stessa e al mondo

martedì 8 marzo 2011

L'attimo perfetto


Ascoltare questa musica e leggere queste parole non è sublime, è di più! Ti porta realmente oltre i confini del tempo e dello spazio.
Mi rammentano di quando Lancillotto è tornato ad Avalon e a Camelot dopo aver vagato alla ricerca del Graal rasentando la follia.
Rappresentano per me il tempo che segue immediatamente la Discesa delle Discese, la Discesa Universale, la notte buia dell’anima che comporta in seguito il ricongiungimento con l’Anima universale di Luce. È il momento in cui cominciano a diradarsi le nebbie ed intravedi per un attimo un cancello e, aldilà del cancello, il giardino incantato che cerchi da secoli.
Un giardino pervaso da una musica fatata mai udita in questo mondo, dove le piante hanno colori e profumi mai immaginati nemmeno nel più bello dei nostri sogni: il giardino di Avalon, uno dei tanti giardini delle tante Avalon, perché c’è un giardino e un’Avalon per ognuno di noi.

Avalon
Dolce lady Ginevra...perdonate la mia lunga assenza...sono tornato a farvi visita dopo un lungo vagare nei meandri della mia coscienza...a rubare al mare  nella notte il nero più nero delle sue profondità...per poi scrivere su di un foglio nero qualcosa che nessuno mai leggerà.
Non c'è tempo per guardare indietro.
Non c'è tempo per ricordare tristi momenti.
Ricomincio a camminare, dimentico le orme che ho lasciato
quando calpestavo le mie amare lacrime.
Su di me si abbatterono tempeste peggiori, venti più forti,
ma ho ripreso la mia strada,
seguo la mia mano amica che ancora ama.
Guardo il bicchiere vuoto ricordando che il tempo
porta con se le memorie e che resteranno per sempre ricordi.
Guardo avanti...il sole illumina ancora una volta lasciando cadere a terra ancora una volta
l'ombra che dettò l'inizio di quel mio vagare.
Non lascerò morire ciò che fantasticamente  inventai..non lascerò sbiadire ricordi colorati..
Non c'è tempo per guardare indietro ma solo un uomo che ha vissuto quel tempo
.

Sussurato nel vento da Avalon, Il Principe dei sogni
(
http://www.ginevra2000.it/Poesie/Avalon2004.html)




domenica 23 gennaio 2011

The Lake Isle of Innisfree



I WILL arise and go now, and go to Innisfree,
And a small cabin build there, of clay and wattles made:
Nine bean-rows will I have there, a hive for the honeybee,
And live alone in the bee-loud glade.

And I shall have some peace there, for peace comes dropping slow,
Dropping from the veils of the mourning to where the cricket sings;
There midnight's all a glimmer, and noon a purple glow,
And evening full of the linnet's wings.

I will arise and go now, for always night and day
I hear lake water lapping with low sounds by the shore;
While I stand on the roadway, or on the pavements grey,
I hear it in the deep heart's core
.

William Butler Yeats (1893)

Innisfree, l’isola sul lago
Mi leverò e andrò, ora, andrò a Innisfree,
E costruirò una capanna laggiù, fatta d’argilla e canne,
Nove filari di fave avrò laggiù, un’arnia per le api da miele,
E solo starò nella radura ronzante d’api.
E avrò un po’ di pace laggiù, ché la pace discende goccia a goccia,
Discende dai velami del mattino fin dove canta il grillo;
La mezzanotte è tutto un luccichìo, il meriggio purpurea incandescenza,
La sera è piena d’ali di fanello.

Mi leverò e andrò, ora, ché sempre notte e giorno
Odo l’acqua del lago lambire con lievi suoni la sponda;
Stando in mezzo alla strada, sui marciapiedi grigi,
La sento nella fonda intimità del cuore.