mercoledì 8 giugno 2011

La voce dell'acqua



Le tre Sorelle del Wyrd dimoravano proprio sotto una delle tre enormi radici dell’Albero del Mondo in una cavità vicino al pozzo del Wyrd, che conteneva uno specchio d’acqua di grande saggezza. Ogni notte, sotto lo splendore della luna, le sorelle attingevano l’acqua dalla pozza e, mescolandola con l’argilla delle sponde, impastavano la radice dell’Albero del Mondo per mantenerla umida. Gli spruzzi del loro sciabordare cadevano su tutta la Terra di Mezzo e scintillavano come gocce di rugiada nella prima foschia mattutina. Snorri Sturluson ci dà questa descrizione:

So che lì si erge un frassino
chiamato Yggdrasil,
un albero altissimo
cosparso di bianca argilla;
la rugiada goccia dall’albero
e cade nelle valli:
è un albero sempreverde
vicino alla sorgente del Wyrd.


Svolgendo questo loro compito notturno le tre sorelle sono le nutrici della creazione. L’acqua nel Pozzo del Wyrd viene dall’inizio del tempo. Le Sorelle del Wyrd nutrivano l’Albero del Mondo con quest’acqua e perciò sorreggevano l’intero edificio di Yggdrasil. È questa immagine, questa sacra visione di come il mondo fu creato in termini spirituali che spiega l’importanza particolare delle acque profonde e correnti. Infatti l’acqua che sgorgava sulla superficie della Terra di Mezzo veniva dalla sorgente, dagli elementi che nutrivano e consacravano l’Albero della Vita, dal Pozzo delle Sorelle del Wyrd. Per questa ragione i nostri antenati consideravano sacri i pozzi, in quanto essi rappresentavano nella Terra di Mezzo il gran Pozzo del Wyrd.
Le acque dei pozzi provenivano dal Pozzo del Wyrd; perciò i pozzi erano luoghi ideali per il culto, per la meditazione, per le celebrazioni e le benedizioni. Ogni pozzo veniva considerato una realtà unica, con la sua presenza particolare e il suo modo specifico di collegare il mondo terreno della psiche con il mondo sacro dello spirito. I pozzi ci mettevano in contatto con l’Oltremondo. Un aspetto di questo collegamento era che i pozzi potevano aiutarci a prevedere gli avvenimenti, a essere “pre-veggenti”, a gettare lo sguardo nel futuro.
I pozzi erano come oracoli e rispondevano a tutte le domande dell’interrogante con una certa varietà di segni. La maniera in cui l’acqua scorreva o l’altezza del livello dell’acqua, la formazione di bolle sulla superficie quando un’offerta veniva lasciata cadere nel pozzo, il fatto che gli oggetti immersi nel pozzo galleggiavano o affondavano: tutti questi indizi erano la risposta del pozzo alle domande.
Nei tempi più antichi le domande venivano formulate e le risposte venivano interpretate dagli sciamani e dai veggenti delle tribù. Per esempio in un antico racconto tribale un uomo di nome Loddfafir dichiara: “Sono stato vicino al Pozzo del Wyrd, ho fissato l’acqua in silenzio, mi sono interrogato e ho meditato. A lungo ho ascoltato alla porta della sala dell’Eccelso. Questo è ciò che ho sentito”. Egli quindi prosegue il racconto facendo profezie per il popolo riunito in assemblea grazie alla sua prescienza o vista sciamanica. Nella sua interpretazione sacra del pozzo Loddfafir spiega che fissare l’acqua, interrogarsi e meditare gli hanno permesso di ascoltare “alla porta della sala dell’Eccelso”; in altre parole di origliare le parole di Odino, il dio degli sciamani. Perciò le acque cristalline del pozzo avevano una funzione simile alla sfera di cristallo delle leggende successive.
Oggi possiamo capire come la meditazione su un problema o su una questione può giovarsi di una proiezione psicologica; ciò significa che possiamo usare i segnali che provengono dall’acqua, come pure oggetti quali il pendolo o le carte, per far scattare dalle profondità del nostro animo una decisione. Ma di recente un ingegnere tedesco, Theodor Schwenk, ha dischiuso una miriade di ulteriori possibilità con i suoi studi sulle proprietà comunicative dell’acqua; possibilità che ci aiutano a capire più profondamente il rispetto dei nostri antenati per l’acqua.
Schwenk ipotizza che la sensibilità dell’acqua può essere grande come quella dell’orecchio umano. “Una brezza leggera che soffia sulla superficie dell’acqua subito la increspa formando onde le più minute che si possa immaginare… L’acqua può essere ancora di più “impressionata” se si scaglia su di essa una pietra e può trasmettere ritmicamente questa impressione alla sua massa intera. I grandi ritmi delle maree sono una risposta a forze che agiscono nel rapporto reciproco tra la Terra e il cosmo… e di cui l’elemento dell’acqua, grazie alla sua maggiore impressionabilità, è un “organo di senso” ricettivo.”
Schwenk prosegue definendo l’acqua “il medium impressionabile per eccellenza”. Egli considera le superfici che la delimitano come ricettori, resi particolarmente sensibili dalla presenza di complessi giochi di onde che li trasformano in strutture dotate di alcune proprietà delle membrane viventi.
Il biologo Lyall Watson fa notare che d’inverno in un singolo lago o in un bacino o in un pozzo l’acqua esiste di solito in tutte e tre le forme (come ghiaccio, come liquido e come vapore) e poiché l’acqua può rapidamente mutare stato per effetto di piccole variazioni delle condizioni ambientali, un sistema simile dev’essere sensibilissimo, capace di reagire ai mutamenti dell’ambiente e forse di registrare tali cambiamenti come modelli di informazione.
Analogamente Theodor Schwenk concluse che “un corso d’acqua, gorgogliando per lo più sopra le pietre, forma innumerevoli superfici interne e numerosi vortici che sono tutti organi di senso aperti al cosmo” e trasmette le “impressioni” così ricevute alle piante, agli animali e alle persone.
Perciò la ricerca scientifica contemporanea ci ricorda che ci sono molte cose che non comprendiamo ancora e che dovremmo mantenere una mentalità aperta circa le proprietà sensoriali e comunicative dell’acqua. I veggenti e gli sciamani dell’antica Europa capivano il linguaggio delle acque profonde senza bisogno della conferma della scienza

Da: La sapienza di Avalon di Brian Bates

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