Nella Naturalis Historia, la sua opera principale e l’unica che sia giunta sino a noi, Plinio ci dà uno dei più completi resoconti dei druidi che ci siano rimasti, presentandoli come scienziati naturali, medici e maghi. Plinio stesso era affascinato dalla magia e si può quindi comprendere perché egli indugiasse su questo aspetto nel suo accostarsi ai druidi.
Fu forse il fascino della magia che spinse Plinio a parlare di anguinam, ossia delle “uova dei druidi” o “uova di serpente”. Egli dice che durante il regno di Claudio, un capo dei Galli, Voconzi, fu messo a morte perché si scoprì che egli portava con sé un “uovo di serpente” mentre stava assistendo a un processo.
Plinio afferma che i druidi consideravano tale uovo come un talismano capace di recare vittoria nei tribunali. È stato sottolineato che, quale che sia la realtà circa questo episodio, esso testimonia che chiunque fosse connesso con il druidismo, anche in modo remoto, era esposto alle punizioni della legge romana. Plinio afferma di avere una volta visto un “uovo di druido”: esso era simile al cristallo, e grande quanto una mela di moderate dimensioni, il guscio era cartilaginoso con numerose cupole come quelle dei tentacoli dei polipi. Se ne loda l’effetto meraviglioso per vincere i processi e accedere ai re. Inoltre egli aggiunge che l’uovo veniva formato con la bava di due serpenti sibilanti uniti. La bava che colava dalle loro bocche formava un umore viscido, con cui si faceva una piccola palla, che veniva lanciata in aria: se essa veniva ripresa da un druido, poteva essere usata per neutralizzare le magie. Bisognava raccoglierlo in un saio prima che toccasse terra. Il rapitore doveva fuggire a cavallo perché i serpenti lo inseguivano fino a che non ne erano impediti dall’ostacolo di un fiume. Si riconosceva quest’uovo dal fatto che fluttuava contro corrente. I druidi affermavano che occorreva attendere una certa luna per raccogliere l’uovo.
Vi sono divinità celtiche che portano delle uova; si pensi a Sirona, la dea della fertiità, della guarigione e della rinascita, la cui immagine a Horchscheid, in Germania, la ritrae mentre porta una ciotola con tre uova. È piuttosto interessante se si pensa all’”uovo di serpente”, che Sirona sia ritratta con un serpente attorcigliato intorno al suo braccio, che si sporge per afferrare le uova. È chiaro che le uova sono considerate un potente simbolo di fertilità. Nella tomba di un capo guerriero gallico le uova furono effettivamente seppellite come beni sepolcrali. Le uova compaiono inoltre nella mitologia celtica. La dea irlandese Cliodna possedeva due uccelli del mondo ultraterreno, di colore rosso e con le teste verdi, che deponevano uova di colore blu e cremisi. Se esse venivano mangiate dai mortali, questi si trasformavano in uccelli, dotandosi di un piumaggio.
Anzi, l’idea dell’uovo dei druidi compare in gran parte del folklore celtico. Gli echinati o ricci di mare fossili sono definiti cestini fatati e si dice che coloro che ne posseggono non avranno mai bisogno di cibo ed avranno sempre l'assistenza delle Fate. Nelle tradizioni fatate viene consigliato di sistemare un echinato sul proprio caminetto o in un altro punto ben visibile del salone di casa.
In Scozia era noto il glain-nan-Druidhe, o “cristallo del druido”. William Camden nella sua Britannia (1586) parla delle gemmae anguinae come di “piccoli amuleti di vetro, in genere grandi quanti i nostri anelli per le dita, ma molto più spessi, solitamente di colore verde, benché alcuni siano blu ed altri abbiano curiose onde blu, rosse e bianche”. Thomas Kendrick crede che Plinio abbia visto un conglomerato di piccoli ammoniti.
Scrive Pina Andronico in “La magia dei Celti":
“Si dice che il serpente donasse l'immortalità, come una sorta di pietra filosofale alchemica e che l’uovo di serpente esaltasse ancora di più i significati di rinascita, rigenerazione, fertilità, e che contenesse in sé anche la componente oscura dell'esistenza. L'uovo di serpente è anche l'unione dell'elemento femminile, l'ovulo cosmico, e di quello maschile fallico…È un simbolo universale, contenente il germe da cui nasce il mondo. Le spirali, tipiche nelle raffigurazioni celtiche, non sono che la rotazione dell'energia che usciva da un corpo e ornava una specie di uovo di serpente detto ovum anguinum, al quale i druidi attribuivano qualità straordinarie. Probabilmente si trattava di "ricci di mare, simili a quelli trovati nei dintorni di Arras, in Vendèe. Queste uova fossili avevano parvenza di volto umano".
Specialmente presso i Celti della Gallia francese, veniva tributato un vero e proprio culto all’esoscheletro dei ricci di mare tanto che in Francia, a Saint-Amand (Deux-Sèvres) e a Barjon (Costa d’Oro), sono stati ritrovati dei ricci fossili alla base o al centro di alcuni monticelli privi di resti funebri. Il simbolo fondamentale del riccio di mare è, infatti, quello di “uovo del mondo”. Simbolo della vita concentrata, uovo primordiale, nella dottrina dei Catari indicava la doppia natura del Cristo, la potenza riunita del divino e dell’umano. Come sostengono Jean Chevalier e Alain Gheerbrant: “Il riccio fossile ha seguito nella sua storia simbolica la curva ascendente più perfetta: uovo di serpente, uovo del mondo, manifestazione del Verbo. Al contrario dell’involuzione, rappresenta l’evoluzione giunta al culmine”.
Per comprendere la creazione del mondo i cristiani fanno riferimento alla Genesi. Per i Celti l'universo non aveva né inizio né fine, nessuna narrazione strutturata spiegava la sua creazione. Per essi la creazione avveniva in ogni istante e ogni giorno era un inizio. I druidi erano consapevoli che il tempo e lo spazio fossero illusori e che non potessero che essere relativi perché solo Dio è assoluto. Invece di spiegare concretamente la genesi del mondo i principali miti celtici esprimevano la congiunzione tra lo spirito, la forza creativa attiva maschile e la materia, la forza passiva femminile.
Uno di questi miti è proprio quello dell'uovo di serpente, alla ricerca del quale i druidi partivano per mare. Gli storici studiosi dei celti vedono in quest'uovo solo un talismano, un oggetto materiale.
Ma come ha spiegato il grande specialista Yann Brekilien "si tratta piuttosto di una ricerca finalizzata a conoscere la struttura della sostanza di cui il nostro universo è composto".
L'uovo è il prodotto della vita ed esso stesso produce la vita.
Questa contraddizione traduce il mistero dell'esistenza, una conoscenza che i druidi volevano acquisire.
Ma perché proprio un uovo di serpente marino?
Affinché dall'uovo nasca la vita, questo frutto del grembo materno deve essere fecondato dal principio maschile portatore di energia vitale. Poiché il serpente deve essere esso stesso uscito da un uovo, non si riesce a trovare l'inizio.
Ecco perché il serpente del mare, l'elemento primordiale. Nell'acqua la vita è presente senza bisogno di esservi indotta e il serpente marino non ha dunque bisogno di provenire dall'uovo. Questo mito ci induce a riflettere sull'importanza dell'acqua, fonte di ogni forma di vita sulla terra e senza la quale non potremmo esistere.
Il serpente è presente ovunque nella vita umana.
Lo sperma che corre verso l'ovulo per dare origine a una nuova vita e la forma degli spermatozoi (tanto simili al serpente con la testa d'ariete...) sono i rappresentanti di questo animale; i nostri intestini vengono paragonati a un grande serpente e così il cordone ombelicale che ci nutre; il fluire delle emozioni, dei sentimenti e dei pensieri somigliano al sinuoso moto del serpente, così come il rapido scivolare delle correnti dei mondi spirituali riprende il suo movimento.
Il ciclo dell' anno (il cui significato deriva da annulus, “anello”) che regola le stagioni e la vita umana, viene paragonato a un cerchio formato da un serpente che si morde la coda, l'Ouroboros, simbolo d'infinito, di ciclo che si ripete in eterno sempre uguale a se stesso ma sempre diverso.
Il serpente è chiuso in cerchio su se stesso in modo tale che la testa (vuoto, attrattivo, passivo) cerca di divorarsi continuamente la coda (pieno, repulsivo, attivo) che fugge in un eterno movimento.
Il serpente che si morde la coda sta a significare l’eterno processo del divenire, il cerchio magico che non ha né principio né fine.
Kundalini è l’energia che risiede nel corpo umano a livello sottile, manifestazione dell'energia universale cioè shakt, che allo stato latente, risiede alla base della colonna vertebrale sopra al più basso dei chakra, quindi, nell'osso sacro. Essa è tradizionalmente rappresentata da un serpente addormentato, avvolto intorno alla base della spina dorsale in tre giri e mezzo.
Il serpente è associato a Bel-Belenos ed era sacro alla dea Brigit, il cui emblema era un serpente.
I Druidi in Galles chiamavano loro stessi Nadredd, “serpenti”, e sembra che al momento dell'iniziazione i Druidi gridassero “lo sono un Druido. lo sono un serpente”, forse significando che l'iniziato aveva acquisito la conoscenza antica, era giunto a dissetarsi alle fonti della saggezza, di cui il serpente è simbolo.
Inoltre era associato anche al dio Cernunnos, il Signore del Mondo Sotterraneo (dio sciamano) e degli animali.
Un mito greco (vedi il mito e simbologia dell’uovo cosmico anche in http://damadiavalon.blogspot.com/2011/03/simboli-di-oestara.html), racconta che Eurinome, Dea di Tutte le Cose, per scaldarsi si mise a danzare nuda sulle onde delle acque primordiali e strofinò tra le proprie mani il Vento del Nord.
Da questo gesto nacque un serpente, Ofione, che si accoppiò con la grande Dea. Eurinome si tramutò in colomba e dopo l'accoppiamento depose l’uovo universale. Quindi l’originale uovo primordiale era un uovo di serpente.
La croce ansata non è altro che la croce (tempo e spazio che si incontrano in un punto) con sopra un uovo di serpente.
“Dapprincipio – scrive in proposito Robert Graves – non c’erano dei maschili contemporanei alla Dèa che potessero sfidarne il prestigio e il potere. Essa però aveva un amante che era alternativamente il benefico Serpente della Saggezza e la benefica Stella della vita, suo figlio.”
Il Figlio e il Serpente rappresentavano, rispettivamente, la parte chiara e la parte scura dell’anno, così come il celtico Mabon, Figlio della Luce, che a Beltane sposa
Da: Il segreto dei druidi di Peter Berresford Ellis
http://spiritodellanatura.forumfree.it/?t=41515081
http://lagrandedea.forumfree.it/?t=46831731
http://www.silvanodanesi.org/?page_id=418
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