La natura in questo tempo si riposa per prepararsi a vivere un nuovo ciclo e anche per noi sarebbe fisicamente opportuna una pausa, approfittando magari delle vacanze natalizie per dedicarci alla lettura, alla meditazione, a esercizi di rilassamento. Una cosa piacevole sarebbe l’idromassaggio, una pratica rilassante e allo stesso tempo simboleggiante le acque uterine da cui vogliamo rinascere per l’anno a venire. Purtroppo tutto congiura contro un salutare riposo solstiziale. Infatti questo periodo dell’anno, per l’accumularsi di celebrazioni, feste e acquisti di regali può portare a stress e ansia. La forzata allegria, la caduta della routine quotidiana, il consumismo esasperato, sono tutti elementi che possono condurre a sentimenti di depressione e isolamento. Sarà la minor quantità di luce solare, sarà l’essere costretti a mostrare un aspetto felice, ma questo è uno dei periodi dell’anno con il più alto picco di suicidi. Tuttavia, se ricordiamo che questo tempo è quello in cui siamo più lontani dal Sole e contemporaneamente anche consapevoli della sua rinascita, possiamo provare a trattenere quella piccola luce in noi. Il Solstizio può essere per noi un momento molto calmo e importante, in cui nella silenziosa e oscura profondità del nostro essere, noi contattiamo la scintilla del nuovo sole. Questa è anche un’opportunità per gioire e abbandonarci a sentimenti di ottimismo e di speranza: come il sole risorge, anche noi possiamo uscire dalle tenebre invernali rigenerati. Ci sono tanti modi per celebrare a livello spirituale questa festa: possiamo decorare la nostra casa con le piante del Solstizio oppure fare un albero solstiziale. Non un solito albero natalizio, bensì un albero decorato con tante piccole raffigurazioni del sole. O ancora possiamo alzarci all’alba e salutare il nuovo sole. Si possono accendere candele o luci per rappresentare la nascita delle nostre speranze per il nuovo anno. Possiamo anche compiere una celebrazione più rituale, con l’accensione del ciocco. Anche se non abbiamo un caminetto in casa possiamo accenderlo nel nostro giardino, o in un prato insieme ai nostri amici. Si prende un grosso pezzo di legno di quercia e lo si orna con rametti di varie piante: il tasso (a indicare la morte dell’anno calante), l’agrifoglio (l’anno calante stesso), l’edera (la pianta del dio solstiziale) e la betulla (l’albero delle nascite e dei nuovi inizi). Si legano i rametti al ciocco usando un nastro rosso. Se abbiamo celebrato questo rito anche l’anno precedente e abbiamo un pezzo non combusto del vecchio ciocco, accenderemo il fuoco con questo. Si dice: “Come il vecchio ciocco è consumato, così lo sia anche l’anno vecchio”. Quando il ciocco prende fuoco si dice: “Come il vecchio ciocco è consumato, così lo sia anche l’anno vecchio”. Quando il ciocco prende fuoco si dice: “ Come il nuovo ciocco è acceso, così inizi il nuovo anno”. Una volta che il ciocco è acceso osserviamo le sue fiamme e meditiamo sulla rinascita della luce e sulla nostra rinascita interiore. Accogliamo le nostre speranze, i nostri sogni per il futuro e salutiamo questa luce dicendo: “Benvenuta, luce del nuovo sole!”. Brindiamo con vino brulé (in sostituzione del wassail nord-europeo) e consumiamo dolci, lasciando una parte del nostro festino per
Da Feste Pagane di Roberto Fattore, Macro Edizioni
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