Buongiorno.
Chi ti parla è il cosmo.
Oggi mi occuperò di tutti i tuoi problemi.
Non mi serve il tuo aiuto per farlo,
quindi goditi pure la giornata!
Il medico ayurvedico Deepak Chopra scrive che l’uomo formula qualcosa come 50.000 pensieri in una giornata. La somma di questi più le emozioni e le parole che li accompagnano producono le circostanze esteriori in cui ciascuno vive. In effetti, si può dire che le nostre condizioni di vita e le persone di cui ci circondiamo rispecchiano il nostro stato interiore.
In linea di massima non c’è nulla di tragico nell’ordinare qualcosa di cui poi ti rendi conto di non avere bisogno. Velocizza soltanto il tuo processo di autoconoscenza e autorealizzazione, perché ti costringere a iniziare a riflettere a un livello più profondo su cosa vuoi realmente.
Mettiti a osservare, a esaminare in maniera più consapevole tutte le circostanze esterne della tua vita e il tipo di persone che incontri nel quotidiano. Entrambe costituiscono lo specchio delle condizioni interne e perciò una fonte proficua da cui attingere informazioni per l’autoconoscenza.
Fermiamoci almeno una volta al giorno, sprofondiamo nel nostro silenzio interiore, ascoltiamoci e chiediamoci: “Cos’è che voglio, chi sono e cosa mi fa sentire davvero bene? Oggi, cos’è che mi ha soddisfatto veramente? E cosa, invece, ha appagato solo il mio cosiddetto piccolo ego?”.
L’apprendista stregone dell’autoconoscenza dovrebbe andare a illuminare i veri motivi che sottendono le sue azioni e i suoi modi di pensare, chiedendosi: “Chi ha partorito questo pensiero: una paura o l’amore?”.
La malattia è sintomo
di una vita che si è smarrita.
Frena il ritmo
del falso movimento,
perché una vita rallentata
ritrova la via
di casa.
Il corpo si rifiuta
di continuare oltre nella superficialità
e costringe la vita
a scendere nel profondo.
“La nostra paura maggiore non è quella di essere inadeguati. La nostra paura maggiore è quella di essere illimitatamente potenti. Ė la nostra luce, non la nostra oscurità, ad incuterci maggior timore”.
Nelson Mandela
Mi è capitato, con esperienze casuali, di rendermi conto che un unico pensiero limpido, inviato nell’universo con un’intenzione chiara, è sufficiente a prevalere su tutto il caos interiore. Infatti si realizza sempre con una precisione stupefacente. Ė un po’ un pensare positivo abbreviato.
Fondamentalmente, un’ordinazione cosmica non funziona diversamente da un’ordinazione inviata a una qualsiasi ditta di vendita per corrispondenza. L’unica differenza sta nel fatto che all’universo non è possibile telefonare, né mandare fax o e mail. Ordinare al cosmo è molto più semplice: basta pensare l’ordine nella mente, oppure scriverlo o dirlo ad alta voce. Quale forma concreta utilizzi non ha alcuna importanza: ciò che conta è che esprimi cosa vuoi. Per esempio: “Ciao, universo, ti ordino un nuovo lavoro, o una nuova casa, un vestito di seta blu, la meta ottimale per le prossime vacanze, una valanga di gente carina nel posto in cui vado in villeggiatura” e avanti così, secondo i tuoi desideri del momento.
Affinché TU, proprio tu, possa crederci meglio (il cosmo non è stupido e ti capisce comunque), potrebbe risultarti vantaggiosa un’ambientazione che ti faccia sentire di “aver spedito bene” le tue richieste. Ti faccio un esempio. Se ordini per iscritto, cioè ti annoti cosa chiedi e magari conservi il foglietto in un posto particolare, potresti farlo di notte quando vedi le stelle e puoi guardare nella lontananza infinita del cosmo. Se ti va, accenditi anche qualche candela.
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