giovedì 17 maggio 2012

Il Graal - XI


Anche l’architettura interna del monumento è pregna del simbolismo dell’Illuminazione ottenuta tramite il percorso iniziatico del Graal. Questo cammino è reso molto bene dai simboli geometrici, capisaldi della scienza sacra. Tre sono le figure chiave: il quadrato della base che rappresenta la condizione umana, l’ottagono intermedio che rappresenta la conoscenza o gnosi e il cerchio di volta, il Deus Revelator. Oltre a questi troviamo un sigillo di Salomone inscritto nel quadrato di base del tempio. Questi vari piani sovrapposti simboleggiano il recupero da parte dell’adepto della conoscenza sacra e rappresentano le fasi che accompagnano questo recupero. I simboli sono inoltre strettamente legati alla Cerca del Santo Graal, ossia alla gnosi per eccellenza e mostrano i percorsi per ottenere la trasmutazione interiore: intuizione, intelligenza e mistica. Chi riesce a percorrere questo cammino trova e soprattutto riesce a possedere e trattenere il Graal. Esso, come si è precedentemente detto, è la condizione indispensabile per ottenere stati sovra-umani, risorgendo ad una nuova vita spirituale, facendo necessariamente morire la materialità dell’individuo. In questo Tempio è conservata una parte della tradizione primordiale dove gli uomini estraniandosi dalla temporalità riescono a contemplare le cose da un’altra prospettiva e dimensione, in totale armonia ed unione con l’eternità e comunicando direttamente e in modo continuato con la divinità.

Il cerchio
Nella simbologia graaliana, il cerchio rappresenta la conoscenza intuitiva. Questo simbolo è collegato a quello del labirinto che ben mostra il percorso iniziatico che dalla periferia porta l’uomo al centro, ponendolo in uno stato di equilibrio con tutto ciò che lo circonda. Egli raggiunge, così, non una conoscenza delle leggi armoniche della natura, bensì un’esatta posizione all’interno di esse. I neofiti man mano che si avvicinano al centro, si liberano dal peso della materia e della personalità legata al quotidiano, per rinascere immergendosi nei ritmi naturali e incorporandoli in sé. Questo permette la partecipazione armonica ai movimenti del Cosmo e alle sue influenze, in un centro equilibrato. Si tratta di una iniziazione passiva, nella quale l’uomo è guidato e che fa intravedere il significato del simbolo successivo, quello del quadrato.

Il quadrato
Il quadrato è un simbolo di iniziazione intellettuale. Esso rappresenta il passaggio da una conoscenza di tipo intuitivo-magica ad una presa di coscienza della gnosi. Rappresenta la quadratura del cerchio, ossia la manifestazione di quelle qualità contenute nel nuovo stato circolare nel quale il movimento cessa per concretizzare il ciclo stesso. Collegato al simbolo del quadrato è il simbolo della scacchiera. Qual è il suo significato? Innanzitutto, l’unico pezzo che può muoversi in tutte le direzioni e senza ostacoli è il cavallo. Ed è proprio quel cavallo che rappresenta la cabala. Questa viene letteralmente usata dal cavaliere come mezzo di locomozione, permettendogli di potersi muovere nella scacchiera quadrata utilizzando il cerchio. Il cavaliere rappresenta l’iniziato della tavola quadrata che indica la sintesi degli elementi, colui che entra nel tempio tramite la conoscenza della tradizione. Questa conoscenza è conoscenza razionale di leggi che però appartengono al mondo spirituale (cerchio) invisibile all’occhio umano e pertanto trascendente. Ogni passo del processo di acquisizione è guidato dalla divinità nella sua manifestazione femminile o maschile. Le tradizioni racchiuse nel battistero sono quelle che permettevano ai primi uomini un contatto diretto con Dio e che possedevano la conoscenza della dottrina esposta nei libri sacri. Compito dell’iniziato è ottenere la rivelazione della chiave per l’esatta interpretazione e comprensione delle Scritture, che in principio era stata fatta all’Adamo Celeste. L’illuminazione è ottenuta dalla combinazione di cerchio e quadrato, il cielo cosmico rapportato alla terra. L’attività del cielo e il suo inserimento dinamico nel cosmo si ricollega ai simboli della divinità china sulla creazione di cui produce, regola e ordina la vita. Gli Egiziani credevano che molto tempo prima della loro civiltà gli Dei avessero stabilito il sistema dell’ordine cosmico e l’avessero trasferito sulla loro terra. Una razza di Dei aveva governato l’Egitto per millenni, prima di affidarlo alla linea divina e mortale dei Faraoni. A ricordo di questo furono (secondo alcuni autori) costruite le piramidi, la cui disposizione e dimensione corrispondono alla cintura di Orione. Gli spazi sacri in cui compare la figura quadrangolare e circolare rappresentano un tentativo di recupero di quelle conoscenze geometriche e astronomiche, pallido ricordo del tempo in cui l’uomo camminava con gli Dei. In questo sta l’importanza del recupero della gnosi: ritrovare l’antica unità originaria con la manifestazione divina, abbandonando non la materia di per sé ma quella materia che in opposizione al celeste recide i legami esistenti tra cielo e terra. È questa l’opera dell’Arconte del mondo in opposizione alla divinità, il voler cancellare l’origine divina del cosmo e dell’uomo. Il cerchio e il quadrato (il celeste e il terrestre) non si trovano in opposizione, ma in uno stato di conciliazione. La terra dipende dal cielo in quanto creato. Il quadrato non è, dunque che la perfezione della sfera celeste sul piano terrestre. Ma quando si recide il legame, allora la materialità diventa vile materia, priva del soffio divino. Il mondo non rappresenta più la perfezione del creato, ma luogo di esilio e peccato. Solo l’iniziato recuperando la conoscenza del Deus Revelator, riannoda i fili dell’unione originaria e delle conoscenze perdute a essa collegate.
(Vedi anche
http://damadiavalon.blogspot.it/2011/06/il-graal-ii.html, http://damadiavalon.blogspot.it/2011/06/il-graal-iii.html, http://damadiavalon.blogspot.it/2011/06/il-graal-iv.html, http://damadiavalon.blogspot.it/2011/07/il-graal-v.html)

L'Ottagono

L’ottagono è il simbolo della resurrezione e la promessa della rinascita interiore ed esteriore dell’uomo trasfigurato dalla grazia divina. L’ottagono e anche il numero otto ad esso collegato è il simbolo dell’infinito e dell’autorità universale, ma anche dell’Altromondo nel quale si realizza l’assoluta perfezione. Viene ad indicarsi nel simbolo l’idea di una via ascensionale verso il cielo; per questo nella tradizione cristiana esso è allegoria della resurrezione, ossia del momento in cui si ricomincia una nuova vita, morendo all’altra. L’otto, in particolare, rappresenta quest’idea di rigenerazione, di transizione, e si collega alla funzione trasmutatoria della Tumba di Rotari. L’ottagono è, di conseguenza, simbolo di perfezione essendo la figura piana che si poteva avvicinare più semplicemente alla circonferenza del cerchio (il regno celeste). Nell’ottica mistica, l’ottagono rappresenta il tentativo dell’uomo di elevarsi. Questi, partendo da una figura semplice quale il quadrato, si evolve passando all’ottagono, fino a raggiungere la perfezione rappresentata dalla circonferenza. L’ottagono, inoltre, può raffigurare anche le otto porte che permettono il passaggio da uno stato all’altro (o anche gli otto cieli) costituendo il percorso mandalico che dal mondo terreno
porta alla salvezza eterna.


Il sigillo di Salomone
Il sigillo di Salomone è formato dal triangolo che simboleggia l’acqua (principio femminile) e da quello del fuoco (principio maschile). Simbolicamente rappresenta la saggezza che deriva dalla capacità dell’uomo di coniugare gli opposti e di formare così il principio unico, la mente unica universale composta, appunto, dalla sintesi di maschile e femminile, Shiva e Shakti. Questo esagramma è da datarsi anteriormente all’utilizzo degli Ebrei; fuori dal giudaismo viene utilizzato prevalentemente nell’occultismo. È un antico mandala trovato su antichi templi indiani costruiti migliaia di anni fa. Simboleggiava il Nara-Narayana, cioè il perfetto stato meditativo dell’equilibrio tra l’uomo e Dio che, se mantenuto, avrebbe portato al Nirvana.
Si utilizza, dunque, per rappresentare lo stato che si raggiunge grazie alla comunicazione con il Grande Tutto, l’Eterno, Unico infinitamente perfetto, emblema del principio costitutivo di tutti gli organismi e rappresenta lo schema dell’essere nella molteplicità infinita delle sue manifestazioni, poiché è nel contempo Uno e Trino. Lo Iod, ossia lo spirito Creatore, è presente nei tre regni animale, vegetale e tutti gli stadi dell’essere: nascita, vita, morte, corpo spesso, corpo astrale e anima. Inoltre rappresenta anche la maggiore aspirazione dell’iniziato, il raggiungimento dello stato androgino, dell’uomo primordiale, l’Adam Kadmon, archetipo divino dove coesistono in perfetta armonia e equilibrio le forze maschili e femminili, l’io e l’anima. L’Adam Kadmon era l’immagine primordiale di Ein.Sof, a somiglianza del quale noi siamo stati creati. Secondo l’esoterismo cristiano esso simbolizza le due nature del Cristo, umana e divina, che si compenetrano e in quanto figlio dell’uomo di riflesso rappresenta la natura di ogni uomo diviso tra il mondo materiale (la materia, il corpo pesante) e lo Spirito Divino che compenetra e feconda la materia. Per questo motivo l’esagramma deve essere considerato un simbolo dinamico; i due triangoli intrecciati formano la stella del macrocosmo o Mondo in Grande (unione del trascendente con l’immanente). La dinamica del simbolo farà sì che al termine delle loro corsa i due triangoli vengano a contatto solo per la loro base; ciò comporta la perfetta unione con Dio. Dio per creare il mondo deve rinunciare alla sua unicità e utilizzare la sua stessa sostanza per la creazione realizzando nella sua coscienza individuale e unica una coscienza plurale di esseri separati. Compito dell’uomo è, dunque, l’unione con Dio, il ritorno alla condizione originaria: riportare nell’unità della sua coscienza la coscienza di tutte le cose. La via dell’iniziato è la strada che porta verso la Grande Verità, fino a che, grazie alla porta stretta, la via dell’elevazione spirituale irta di ostacoli, difficile, dove gli errori non vengono perdonati, si dischiudeva la conoscenza della divinità e della nostra origine celeste (stellare?)


Nel tempio di Monte Sant’Angelo tramite le figure geometriche si designava, dunque, l’idea di una via ascensionale verso il cielo e i suoi misteri, portando l’uomo iniziato ad un rapporto con i mondi intermedi. Grazie alla conoscenza eretica (alternativa qui codificata) si accostava e si accosta tuttora, al concetto di rigenerazione del mondo attraverso la Verità primigenia, in cui è contenuto un significato universalistico e cosmico. Le idee portate avanti dagli edifici sacri richiamano i concetti eterni di celeste e terrestre, della loro unione e interdipendenza, attraverso l’idea di un tempio universale cosmico e dello spirito che in esso alberga. In questo tempio-idea gli uomini si raccolgono non solo per adorare la divinità, per invocare la sua benedizione ma, soprattutto, per rigenerarsi ed apprendere i Sacri Misteri senza i quali l’uomo non può portare avanti la creazione. Senza il cambiamento evolutivo tutto si ferma, tutto ristagna e si oppone, il concetto di limite, a quello di Dio come di una forza che va oltre. Inteso in questo senso, l’adepto si propone di opporsi all’idea di Dio come forza limitante, espressa dal nome JHWE, ossia di colui che è dio dell’essere, quindi, della staticità. In questo tempio gli iniziati testimoniano la propria adesione ad un credo religioso alternativo che fa propria una descrizione del divino opposta a quella ortodossa. Per gli iniziati Dio è Elohim ossia tutta la divinità, una forza cosmica che dona la crescita e che ha bisogno della crescita umana, crescita che presuppone una sfida continua ai suoi limiti. Questo battistero rappresenta un luogo di passaggio, di transizione da un concetto ortodosso ad un concetto rivoluzionario di credo religioso, atto a creare una corrispondenza tra dimensione divina e dimensione terrena. L’uomo diventava così un legame vivente tra le due realtà, passando dallo stato umano a quello sovraumano: diventava cioè un sacerdote del sacro ordine di Melchisedeq. Inoltre, passando prima nel battistero e ricevendo il battesimo spirituale, era in grado di vedere con altri occhi i misteri celebrati nella chiesa posta a fianco del battistero, poteva vedere, cioè, dietro il velo del simbolo esteriore. Le associazioni cerchio-quadrato richiamano l’idea di un movimento, del cambiamento di ordine. È un’immagine dinamica fra il trascendente a cui aspira l’uomo e la terra su cui si trova in questo momento. Nella terra si percepisce come soggetto di passaggio; un passaggio da realizzare, fin da ora, tramite i simboli (segni). Tali forme simboliche provocano una rottura, non solo del ritmo della linea o del livello, ma anche di una certa rappresentazione mentale che invita alla ricerca del movimento, del cambiamento e di un nuovo equilibrio e rappresentano l’aspirazione ad un’evoluzione superiore. L’eroe diventa colui che scioglie l’enigma, colui che trionfa sulle tendenze inferiori della propria natura. Eroe è colui che non abbandona la ricerca di una vita maggiormente partecipe della divinità potente, Saggia e Terribile nelle sue rivelazioni: la trasmutazione alchemica dell’uomo trasformato in Dio Immortale, incorruttibile e invulnerabile. Questo secondo l’idea dello sforzo della ricerca attiva: si può capire come lo svelarsi dei misteri sia stato osteggiato dal credo ortodosso; alla luce della rivelazione nulla più apparirà come prima

Da: Chi ha orecchie per intendere intenda - Simboli e segni della chiesa del Graal di Anonimo

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