giovedì 7 luglio 2011

La pietra di Tara



La
Pietra
del Destino, la Lia Fáil, fece la sua prima comparsa in Irlanda per mano dei Tuatha De Danann che la portarono dalla città di Fáilias, assieme alla Spada di Luce, Claíomh Solais, da Gorias, al calderone del Dagda da Murias e alla lancia di Lugh da Finias. Essi la regalarono ai Milesi loro successori e antenati del popolo che ora chiamiamo irlandesi.
I Tuatha De Danann (il Popolo di Dana) erano, secondo la tradizione irlandese, gli antichi abitatori dell'Irlanda: un'antica stirpe di natura divina dotata di poteri soprannaturali che, secondo quanto narrato dalla tradizione irlandese, giunse in una nuvola magica e, nella nebbia sollevata dai suoi druidi, sparì.
Si dice che i Tuatha De Danann portarono anche la scienza, la civiltà, l'arte. La pietra era in grado di riconoscere il vero sovrano del paese emettendo un alto grido. Divenne proprietà dei primi re d'Irlanda come "Pietra del Destino" e fu installata nella mitica collina di Tara, nella contea di Meath, sede dell' "Ard Ri", il re supremo che regnava su tutta l'Irlanda. La pietra fungeva da trono per l'incoronazione ed era il luogo in cui veniva amministrata la giustizia.
Nel VI secolo d.C. Tara fu abbandonata e, in seguito, i miti irlandesi e scozzesi concordano nel dire che fu portata in Scozia, dove ne possiamo trovare le tracce successive. Quello che oggi è un modesto villaggio del Tayside, vicino a Perth, era fino all'VIII secolo la capitale del regno dei Pitti: ci riferiamo al villaggio di Scone, allora importante centro religioso, oltre che sede dei regnanti, dove veniva conservata la conoscenza druidica e dove i re venivano incoronati sulla Pietra del Destino. Nel IX secolo il trono dei Pitti e quello scozzese furono unificati e il loro primo re, Kenneth McAlpine, trasportò la pietra nel luogo della sua incoronazione, a Dunnstaffnage Castle, a Perth. Due secoli dopo, il re inglese Edoardo I trovandosi invischiato in un litigio a nord del Border (il confine tra Inghilterra e Scozia), colse l'opportunità di trafugarla portandola a Westminster. Incapsulata nel sedile dorato dall'alto schienale, la pietra costituiva il trono su cui sono stati incoronati sin da allora i re e le regine britannici.
Ma la sua storia avventurosa continua ancora ai giorni nostri: prelevata dai nazionalisti scozzesi nel 1950, la pietra fu recuperata giusto in tempo per l'incoronazione dell'attuale regina, Elisabetta II, nel 1952.
Solo nel 1996 il governo inglese ha restituito definitivamente la pietra, oggi custodita nel Castello di Edimburgo. Ma, secondo alcune ricerche, la magica pietra di Tara non si trovava affatto incastonata nel trono inglese. Edoardo I portò una “falsa pietra”. Gli scozzesi, ritenendola molto sacra, la sostituirono perché non erano del parere che venisse asportata.
La leggenda misteriosa che essa emettesse un grido di fronte al vero re ha delle fondamenta sacre. Non si trattava solamente di magia ma di una vera e propria “vibrazione” intercettatrice delle qualità del designato.
In seguito la pietra fu presa dagli scozzesi, ma pare che le sue forze magiche si rifiutassero di collaborare perché, tolta dal grembo della “madre originaria”, era rimasta priva dell’anima divina che la guidava. Allora, per non perdere il prestigio, i caparbi, orgogliosi guerrieri di Scozia asserirono che i loro re venissero ugualmente incoronati tramite la scelta della pietra di Tara. Questo inganno non portò molta fortuna ai re incoronati in presenza di quel masso. Così gli scozzesi decisero di sostituirla con una falsa, nascondendo la pietra verde in un luogo segreto e conosciuto a pochi, poiché temevano le maledizioni e le vendette degli dèi d’Irlanda. Da ciò si deduce che la precedente pietra proveniente da Perth, per opera di Edoardo I, non sia quella originale.
Nelle lande deserte, desolate, la voce della potente Madre grida per il suo parto regale. L’uomo è rimasto solo, senza guida, non rendendosi conto di essere un comune mortale. Gli ultimi esponenti dei vari paesi non sono che simulacri di ciò che un tempo significava essere re, in tutta la pienezza che questo ruolo richiede, spirituale, sacro ed eroico.
Fu proprio la Pietra del Destino a segnare l’inizio di una dinastia regale. Forse venne dal cielo e si fermò per segnare uno spazio sacrale, formando un’aura di energie magiche. Tara fu il cuore celtico del suo popolo.
La Pietra del Destino, insieme agli altri oggetti sacri portati dai Tuatha De Danann. riapparirà in corrispondenti oggetti nel Ciclo del Graal, allo stesso modo che la sede di questo sarà in stretta relazione con l’Isola di Avalon, ma avremo occasione di vederlo nel dettaglio quando parlerò ancora del Graal. Quanto agli stessi Tuatha, essi, secondo alcuni testi, avrebbero abbandonato l’Irlanda, assumendo una forma invisibile come abitanti di meravigliosi palazzi “sotterranei” o di caverne montane inaccessibili agli uomini, fra i quali non tornarono a manifestarsi che eccezionalmente; secondo altri testi, ritornarono nella loro patria d’origine, ad Avalon. Le due versioni si equivalgono, si tratta di due figurazioni del centro primordiale divenuto occulto (“sotterraneo”) e inaccessibile

Da: La magia dei Celti di Pina Andonico Tosonotti
Il mistero del Graal di Julius Evola
http://www.eco-spirituality.org/n0009.htm

2 commenti:

  1. ciao Dama. Qualcosa sapevo dell'antico popolo di Dana, questo che hai scritto mi porta avanti. Grazie dell'articolo. Ciao, alla prossima. Drago.

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  2. Ciao, felice week-end! adesso abbandono un po' il web per passare due giorni vicino ai boschi.

    A presto

    Patty

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