Le Salighe, note in tutto il Tirolo, originariamente venivano chiamate Selige, ma nella letteratura moderna vengono introdotte come Salige. La parola può rimandare sia a Seele, Anima, sia, come viene comunemente più ritenuto, a un fascio di parole delle lingue indoeuropee che rinviano all’idea di sacro, dallo slavo celu (salvo, in buona salute: per il mondo slavo-germanico la salvezza spirituale coincideva con la forza fisica), al gotico saljan, offrire in sacrificio, al latino sanctus. Cfr. E. Benveniste, Il vocabolario delle istituzioni indoeuropee, Einaudi, Torino 1977. Tra queste parole, di particolare rilievo è il tedesco selig, che significa: molto felice, benedetto da Dio, buono, saggio, ricco (Cfr. W. Pfeifer, Ethimologisches Woerterbuch des Deutschen, Berlino 1993), e che rimanda, tra l’altro, al latino salvus.
Le Salighe del Sud Tirolo e delle zone alpine e dolomitiche si chiamano anche Selige Fraeulein = signorine beate; Heilige = santa; Heilige Leute = gente santa; Selige Leute = gente beata; Sealige Gitsch = ragazza beata; Jungfrau = Vergine; Hohle Leute = gente graziosa; Englische Leute = gente angelica; Weisse Frau = Donna Bianca; Wilde Fraeulein = signorine selvatiche; Wilde Frauen = Donne Selvatiche; Wadlfrauen = donne del bosco; Wilde Bergfrauen = donne selvatiche della montagna; Schneefraeulein = signorine della neve; Unbekannte Frau = donna sconosciuta. In Val Badia e Ampezzo vengono chiamate Gannes; nella Val Gardena e Val di Fassa Vivane; nella Val di Non Anguane; nella Val Sugana Eguane; nella Valle dei Moccheni Bilje Baibar = Donne Selvatiche; nella Val Lagarina Waldwilde Weiber = donne selvatiche del bosco; dai Cimbri Sealiga Baibern = donne beate ; nei Grigioni Waldfanken; nella Bassa Engadina Diale; nell’Oberinntal nel Tirolo Fanngen; Hole Leute nel Virgental, nel Tirolo orientale; nella Carinzia Hadachweiber; nell’austriaco Burgunderland e nel Carso: Vile.
Fuori dall’arco alpino ci sono altre Donne Selvatiche; le più simili alle Salighe sono le Holz-und Moosweibchen, le donnette del legno e del muschio nella Germania centrale; le Dive Zeny, Donne Selvatiche nella Boemia; il Buschweibchen = Donnetta della Macchia della Westfalia; le Wilde Fraeulein = signorine selvatiche dell’Assia, Renania e Baden, e nella Stiria; le Skogsnufva della Svezia.
La rassegna più completa e approfondita di queste figure femminili, presenti nell’inconscio collettivo, è l’impareggiabile H.P. Duerr, Sedna oder Die Liebe zum Leben, Francoforte 1984.
Da: Donne selvatiche di Claudio Risé e Moidi Paregger
ciao carissima, bellissimi questi riferimenti e tutti i post seguenti. Rubo e passo sul forum.. grazie per questo bellissimo articolo. Un abbraccio. Drago.
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