La dimora della Donna Selvatica si trova di solito in zone profonde, all’interno delle rocce o nella terra. “Abitare nella grotta significa condurre una meditazione terrestre, significa partecipare alla vita della terra nel seno stesso della Terra materna”. (G. Bachelard, La terra e il riposo).
Perché le Selvatiche stanno nelle caverne? Innanzitutto perché grotte e caverne sono i luoghi più carichi di Mana, della forza del Sacro, categoria cui le Salighe appartengono. Che sottoterra ci sia più energia che fuori, le culture tradizionali da cui queste saghe sono nate lo hanno sempre saputo. Non a caso nelle grotte nascono profeti o figure divine, a cominciare da Gesù, e nelle grotte si ritirano a vivere grandi visionari (come il discepolo Giovanni, autore dell’Apocalisse), che proprio da quei luoghi chiusi, e grazie al raccoglimento che inducono, possono avere ampie visioni sul mondo.La Donna Selvatica, impenetrabile se non quando lo desidera, penetra invece il mondo con il suo sguardo, che si spinge fuori dal buco della caverna, anche quando lei vi si è ritirata.
La grotta, e quella delle Selvatiche in particolare, è il luogo del riposo, della tranquillità, della protezione, il luogo che ripete la sicurezza profonda del grembo. Quando vi entrano il disordine, la disperazione, la protesta, la rivendicazione del possesso, la tranquillità ne è cacciata, e il luogo ne risulta profanato. Esso perde il suo Mana, la sua energia, che è quella del rifugio, della protezione e, appunto, dell’integrità, del pieno possesso di sé. Un mondo di energie che per mantenersi ha bisogno del rispetto per il segreto.
A volte l’intrusione maschile nel mondo delle Donne Selvatiche è motivata dall’intenzione di rubare le loro ricchezze. Queste fanciulle, come spesso i personaggi che rappresentano
L’abitazione ctonia delle Selvatiche, situata cioè nel profondo della terra, i cui elementi caratteristici sono il sottosuolo e le pietre circostanti, è a volte circondata da un ricco mondo vegetativo.
Le loro abitazioni sono austere e profonde, ma il loro mondo è costellato da segni di bellezza, benessere e ricchezza particolari. Non solo per i tesori che a volte custodiscono, per le mandrie di animali radunate nelle loro caverne, per i giardini paradisiaci che le circondano, ma perché nel loro mondo di terra e pietra abbondano i cristalli e le gemme.
Così nella zona al piede del passo del Rombo (Timmelsjoch), che attraversa le Alpi fino a Corvara (Rabenstein) in Val Passiria, tutto brilla di micascisto, una pietra che contiene tanti cristalli di granato rosso. Di questa pietra si dice che è il selciato della Salighe, come si legge nei versi: “Dal passo del Rombo a Corvara,
Anche questa pietra ci aiuta a entrare nel mondo della luce, che è quello delle Salighe, della natura radiosa di energie. Le pietre mandano e riflettono la luce; ma il granato sa anche trattenerla (tanto che un poeta, Remi Belleau, lo definisce “vigliaccamente ombroso”, in confronto all’”impazienza di brillare” del diamante). Qui, le Selvatiche camminano su una pista “di luce ombrosa”, di luce trattenuta. Anzi, la loro capacità di trattenere la luce, senza irradiarla platealmente, anche se la posseggono e vi sono fortemente legate, è parte integrante dell’energia femminile espressa dalla Donna dei Boschi.
La casa delle Donne Selvatiche ci parla di profondità, di relazione con la terra e con la solidità eterna della pietra. Relazione con la ricchezza della vegetazione naturale che le circonda e protegge, e attraverso la quale esse esprimono la loro visione della vita. Riservatezza nelle loro comunicazioni con il mondo esterno. Ferma determinazione a custodire il segreto sul proprio mondo interiore, che può essere mostrato solo a pochi, dopo una precisa iniziazione, e non deve mai essere accessibile a chi vi si rivolge dominato dalla curiosità o dall’invidia.
Da: Donne selvatiche di Claudio Risé e Moidi Paregger
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