Sembra che il parto sia una difficile e traumatica esperienza per le femmine del Piccolo Popolo. Molte piccole fate muoiono prima di poter venire al mondo, e quelle che riescono a sopravvivere sono spesso creature deformi e rachitiche. Le fate adulte, in larga parte edoniste ed estremamente critiche sui (loro) canoni estetici, spesso trovano ripugnanti questi piccoli, e non hanno nessun desiderio di allevarli, quindi tenteranno di scambiarli con bimbi sani, rapiti dal mondo dei mortali. La sinistra creaturina lasciata in culla al posto del neonato, è generalmente conosciuta con il nome di Changeling, e ha la capacità di portare il male nella famiglia che ha avuto la sventura di ospitarlo loro malgrado. Ogni bambino sano non battezzato o troppo coccolato, è particolarmente a rischio di essere rapito e scambiato dal Piccolo Popolo.
Comunque, il carattere e il temperamento, sono il segno distintivo di un Changeling. I bambini sono generalmente allegri e gioiosi, mentre un bimbo delle fate non sembra quasi mai felice, tranne quando un qualche genere di calamità o sventura si abbatte sul nucleo familiare. Il Changeling urla e stride senza sosta ad ogni ora del giorno e della notte, con un ritmo sempre più logorante, che trascende dall’umana sopportazione.
I Changelings possono essere di tre tipi: i bambini fatati, fate anziane e decrepite che vogliono farsi passare per neonati e oggetti inanimati, come un pezzo di legno, che prendono le sembianze di bambino grazie alla magia di un essere fatato.
Una caratteristica molto comune nei Changelings, è la pelle increspata e raggrinzita, di un colorito malsano tendente al giallo.La Fata avrà, quasi certamente, anche grandi occhi scuri, nei quali brilla una luce sinistra, che dimostra una saggezza maliziosa che un normale bambino non dovrebbe possedere. Altri attributi comuni sono varie deformità fisiche, come una schiena storta o una gamba zoppa.
Dopo sole due settimane dal suo arrivo in una casa, il Changeling presenterà già una completa e robusta dentatura, gambe sottili come ossa di pollo e mani curve e storte come artigli di uccello, coperte da una leggera peluria.
Nessuna fortuna verrà a una famiglia in cui vi è un Changeling, perché la creatura risucchia tutta la buona sorte che, normalmente, spetterebbe a un nucleo familiare. Pertanto, questi sventurati, tendono a diventare molto poveri e lottano disperatamente per mantenere il mostro famelico che si annida in mezzo a loro.
Una caratteristica positiva che questa fata può dimostrare, è una spiccata attitudine per la musica. Come inizia a crescere, il Changeling richiede ai genitori “adottivi” uno strumento, spesso un violino o un flauto, che inizia a suonare con tale abilità, che chiunque si fermi ad ascoltarlo, non può non rimanere affascinato.
Questo racconto viene da un villaggio vicino a Boho, nella contea di Fermanagh:
"Ho visto un Changeling una volta. Viveva con due vecchi fratelli, poco distante da Dog's Well, e aveva l’aspetto di una scimmia avvizzita. Aveva circa dieci o undici anni, ma non riusciva a camminare davvero, solo ciondolare. Sapeva però suonare il flauto talmente bene che nessuno era capace di uguagliarlo. Conosceva antiche melodie, talmente vecchie che il popolo le aveva dimenticate da tanto tempo. Un giorno poi, se ne è andato, non so nulla di quello che gli è capitato…”
Prevenire è molto meglio che curare, infatti la tradizione popolare ci lascia molti modi per proteggere la prole dalle mire del Piccolo Popolo. Posizionare un crocifisso o una pinza di ferro al di sopra della culla scongiura il pericolo di ritrovarsi ad allevare un Changeling, in quanto le fate sembrano essere molto spaventate da questi oggetti. Allo stesso modo possono essere utilizzati alcuni capi d’abbigliamento del padre naturale del bambino, che pare sortiscano lo stesso effetto.
I Changelings hanno un prodigioso appetito, e mangiano avidamente tutto quello che gli si pone davanti. Il mostriciattolo, come detto in precedenza, possiede artigli e una buona dentatura, e quindi preferisce nutrirsi saccheggiando la dispensa piuttosto che prendendo il latte dal seno della madre adottiva come un neonato umano (per sua fortuna!). Quando la creatura finisce un pasto, domanda con insistenza dell’altro cibo, portando l’economia familiare al collasso. Nonostante l’enorme quantità di cibo ingerita, il Changeling non rimarrà mai soddisfatto e manterrà un aspetto magro e emaciato.
Ad ogni modo queste fate non sopravvivono a lungo nel mondo dei mortali, solitamente muoiono dopo un periodo di circa due o tre anni umani. Alcuni riescono a sopravvivere più a lungo, ma pochissimi raggiungono l’adolescenza (vedi esempio raccontato poco sopra). Nel folklore, la morte della creatura è solitamente pianta come quella di un figlio vero, e in genere sepolto come ogni altro essere umano. Se la tomba viene scoperchiata, al posto del cadavere del piccolo si trovano solitamente un ramoscello annerito o un pezzo di legno di quercia.
Esistono casi in cui chi viene scambiato non è un bambino ma un adulto. Queste fate prendono quasi esattamente le sembianze della persona rapita, nonostante dimostrino spesso un carattere molto più acido e scostante dell’originale. Il Changeling, in questo caso, terrà un comportamento gelido e distaccato nei confronti di familiari e amici. Come per i bambini, anche per gli adulti un drastico cambiamento di umore e personalità può far intuire uno scambio.
Un Changeling può comunque essere scacciato da una casa. Quando questo avviene, il bambino o adulto umano sarà invariabilmente restituito sano e salvo. Il metodo meno drastico per respingere una di queste creature è trarla in inganno e farle rivelare la sua vera età.
Il metodo consiste nel cucinare un pasto in gusci d’uovo, o versare della birra sempre in gusci d’uovo, allora il Sostituto dirà: “In 400 o in 500 anni (a seconda dell’età) non ho mai visto niente di simile”, se non svanisce all’istante bisogna gettarlo nel fuoco e quello si dissolve prima di bruciare oppure sale attraverso la cappa del cammino. Un altro metodo consiste nel costringerlo a ingoiare del tè con l’aggiunta di digitale purpurea. Nello stesso istante in cui il Changeling svanisce, il bambino rapito viene restituito dalla madre fatata che lo lascia sulla porta di casa.
Comunque, il carattere e il temperamento, sono il segno distintivo di un Changeling. I bambini sono generalmente allegri e gioiosi, mentre un bimbo delle fate non sembra quasi mai felice, tranne quando un qualche genere di calamità o sventura si abbatte sul nucleo familiare. Il Changeling urla e stride senza sosta ad ogni ora del giorno e della notte, con un ritmo sempre più logorante, che trascende dall’umana sopportazione.
I Changelings possono essere di tre tipi: i bambini fatati, fate anziane e decrepite che vogliono farsi passare per neonati e oggetti inanimati, come un pezzo di legno, che prendono le sembianze di bambino grazie alla magia di un essere fatato.
Una caratteristica molto comune nei Changelings, è la pelle increspata e raggrinzita, di un colorito malsano tendente al giallo.
Dopo sole due settimane dal suo arrivo in una casa, il Changeling presenterà già una completa e robusta dentatura, gambe sottili come ossa di pollo e mani curve e storte come artigli di uccello, coperte da una leggera peluria.
Nessuna fortuna verrà a una famiglia in cui vi è un Changeling, perché la creatura risucchia tutta la buona sorte che, normalmente, spetterebbe a un nucleo familiare. Pertanto, questi sventurati, tendono a diventare molto poveri e lottano disperatamente per mantenere il mostro famelico che si annida in mezzo a loro.
Una caratteristica positiva che questa fata può dimostrare, è una spiccata attitudine per la musica. Come inizia a crescere, il Changeling richiede ai genitori “adottivi” uno strumento, spesso un violino o un flauto, che inizia a suonare con tale abilità, che chiunque si fermi ad ascoltarlo, non può non rimanere affascinato.
Questo racconto viene da un villaggio vicino a Boho, nella contea di Fermanagh:
"Ho visto un Changeling una volta. Viveva con due vecchi fratelli, poco distante da Dog's Well, e aveva l’aspetto di una scimmia avvizzita. Aveva circa dieci o undici anni, ma non riusciva a camminare davvero, solo ciondolare. Sapeva però suonare il flauto talmente bene che nessuno era capace di uguagliarlo. Conosceva antiche melodie, talmente vecchie che il popolo le aveva dimenticate da tanto tempo. Un giorno poi, se ne è andato, non so nulla di quello che gli è capitato…”
Prevenire è molto meglio che curare, infatti la tradizione popolare ci lascia molti modi per proteggere la prole dalle mire del Piccolo Popolo. Posizionare un crocifisso o una pinza di ferro al di sopra della culla scongiura il pericolo di ritrovarsi ad allevare un Changeling, in quanto le fate sembrano essere molto spaventate da questi oggetti. Allo stesso modo possono essere utilizzati alcuni capi d’abbigliamento del padre naturale del bambino, che pare sortiscano lo stesso effetto.
I Changelings hanno un prodigioso appetito, e mangiano avidamente tutto quello che gli si pone davanti. Il mostriciattolo, come detto in precedenza, possiede artigli e una buona dentatura, e quindi preferisce nutrirsi saccheggiando la dispensa piuttosto che prendendo il latte dal seno della madre adottiva come un neonato umano (per sua fortuna!). Quando la creatura finisce un pasto, domanda con insistenza dell’altro cibo, portando l’economia familiare al collasso. Nonostante l’enorme quantità di cibo ingerita, il Changeling non rimarrà mai soddisfatto e manterrà un aspetto magro e emaciato.
Ad ogni modo queste fate non sopravvivono a lungo nel mondo dei mortali, solitamente muoiono dopo un periodo di circa due o tre anni umani. Alcuni riescono a sopravvivere più a lungo, ma pochissimi raggiungono l’adolescenza (vedi esempio raccontato poco sopra). Nel folklore, la morte della creatura è solitamente pianta come quella di un figlio vero, e in genere sepolto come ogni altro essere umano. Se la tomba viene scoperchiata, al posto del cadavere del piccolo si trovano solitamente un ramoscello annerito o un pezzo di legno di quercia.
Esistono casi in cui chi viene scambiato non è un bambino ma un adulto. Queste fate prendono quasi esattamente le sembianze della persona rapita, nonostante dimostrino spesso un carattere molto più acido e scostante dell’originale. Il Changeling, in questo caso, terrà un comportamento gelido e distaccato nei confronti di familiari e amici. Come per i bambini, anche per gli adulti un drastico cambiamento di umore e personalità può far intuire uno scambio.
Un Changeling può comunque essere scacciato da una casa. Quando questo avviene, il bambino o adulto umano sarà invariabilmente restituito sano e salvo. Il metodo meno drastico per respingere una di queste creature è trarla in inganno e farle rivelare la sua vera età.
Il metodo consiste nel cucinare un pasto in gusci d’uovo, o versare della birra sempre in gusci d’uovo, allora il Sostituto dirà: “In 400 o in 500 anni (a seconda dell’età) non ho mai visto niente di simile”, se non svanisce all’istante bisogna gettarlo nel fuoco e quello si dissolve prima di bruciare oppure sale attraverso la cappa del cammino. Un altro metodo consiste nel costringerlo a ingoiare del tè con l’aggiunta di digitale purpurea. Nello stesso istante in cui il Changeling svanisce, il bambino rapito viene restituito dalla madre fatata che lo lascia sulla porta di casa.
Il bimbo ritrovato
C’era una volta una famiglia formata da marito, moglie e un solo figlio. L’uomo e la donna possedevano una bella fattoria e conducevano una vita abbastanza agiata. L’unico cruccio era il figlio, che aveva un carattere eccezionalmente irritabile. Piangeva in continuazione e a nulla valevano gli sforzi per far cessare i suoi strilli.
Un giorno in cui i genitori dovettero assentarsi per parecchie ore chiesero a Donald, uno dei lavoranti che li aiutavano nella fattoria, di occuparsi del bimbo. Dopo avergli dato da mangiare lo misero nella culla, in cucina, in modo che il contadino – cui era stato affidato anche il compito di battere una certa quantità di grano – andasse ogni tanto a dargli un’occhiata. Ma il ragazzo, appena rimasto solo, si sedette accanto al fuoco e si addormentò. Quando si svegliò il suo primo pensiero fu di correre verso il granaio, preoccupato di non riuscire a finire in tempo il lavoro che gli era stato affidato. Ma appena si ricordò che gli era stato chiesto di accudire il bambino fu costretto a tornare sui suoi passi.
Entrò trafelato in cucina per assicurarsi che il piccolo stesse bene e non avesse bisogno di nulla ma, non appena ebbe spalancato la porta, il frugoletto gli si rivolse con queste parole: “Cosa hai intenzione di fare, ora?”
“Quello che mi ha ordinato tuo padre” rispose il giovane. “Devo battere un po’ delle spighe di grano stivate nel granaio; dunque fai il bravo, stai buono e non ti alzare.”
Ma non ci fu verso. Il bimbo tanto insistette con Donald perché lo portasse con sé che, alla fine, il ragazzo fu costretto a cedere. E non solo, appena sgusciato fuori dal letto il piccolo ordinò, bruscamente: “Donald, vai verso est e quando sarai giunto alla grande collina, bussa tre volte, allora li vedrai arrivare. Devi dir loro che sei venuto a cercare il correggiato di Johnny.”
Sulle prime Donald rimase attonito, poi si decise a eseguire gli ordini. Si recò dunque fino alla grande collina, bussò tre volte e vide saltar fuori un ometto che gli consegnò il correggiato e disparve nel nulla.
Johnny si mise al lavoro di buona lena e, nel giro di un’ora, lui e l’atterrito Donald avevano battuto il grano del granaio. Il lavorante fu poi rispedito sulla collina a riconsegnare l’attrezzo con una cerimonia identica a quella con la quale l’aveva ricevuto.
Al suo ritorno trovò il bimbo che giaceva placidamente nella culla.
I fattori tornarono che era quasi buio e, nell’osservare la mole di lavoro svolta da Donald, non lesinarono complimenti al ragazzo, cui domandarono chi tra i vicini lo avesse aiutato a battere così tanto grano.
Fu con un grande imbarazzo che Donald confessò la verità ai suoi padroni, i quali compresero subito che il piccolo che avevano in casa non era figlio loro.
“Dobbiamo liberarcene in gran fretta” dissero i due.
Dopo aver pensato al metodo più rapido e sicuro, lo infilarono in un cesto, che posero sul focolare acceso. Appena le fiamme lambirono il fianco della creatura, questa svanì come un soffio su per la cappa del camino. Immediatamente si udirono dei singhiozzi fuori dalla porta. Sulla soglia, come marito e moglie ebbero modo di constatare con grande sorpresa, stava un bimbo che tremava dal freddo: il loro vero figlio.
Il bimbo tornato a casa dopo quel soggiorno fra gli abitanti del Piccolo Popolo, fu accolto con grandissima gioia dalla sua famiglia, con cui visse in armonia grazie al suo buon carattere che ne fece un giovane saggio e avveduto.
Un giorno in cui i genitori dovettero assentarsi per parecchie ore chiesero a Donald, uno dei lavoranti che li aiutavano nella fattoria, di occuparsi del bimbo. Dopo avergli dato da mangiare lo misero nella culla, in cucina, in modo che il contadino – cui era stato affidato anche il compito di battere una certa quantità di grano – andasse ogni tanto a dargli un’occhiata. Ma il ragazzo, appena rimasto solo, si sedette accanto al fuoco e si addormentò. Quando si svegliò il suo primo pensiero fu di correre verso il granaio, preoccupato di non riuscire a finire in tempo il lavoro che gli era stato affidato. Ma appena si ricordò che gli era stato chiesto di accudire il bambino fu costretto a tornare sui suoi passi.
Entrò trafelato in cucina per assicurarsi che il piccolo stesse bene e non avesse bisogno di nulla ma, non appena ebbe spalancato la porta, il frugoletto gli si rivolse con queste parole: “Cosa hai intenzione di fare, ora?”
“Quello che mi ha ordinato tuo padre” rispose il giovane. “Devo battere un po’ delle spighe di grano stivate nel granaio; dunque fai il bravo, stai buono e non ti alzare.”
Ma non ci fu verso. Il bimbo tanto insistette con Donald perché lo portasse con sé che, alla fine, il ragazzo fu costretto a cedere. E non solo, appena sgusciato fuori dal letto il piccolo ordinò, bruscamente: “Donald, vai verso est e quando sarai giunto alla grande collina, bussa tre volte, allora li vedrai arrivare. Devi dir loro che sei venuto a cercare il correggiato di Johnny.”
Sulle prime Donald rimase attonito, poi si decise a eseguire gli ordini. Si recò dunque fino alla grande collina, bussò tre volte e vide saltar fuori un ometto che gli consegnò il correggiato e disparve nel nulla.
Johnny si mise al lavoro di buona lena e, nel giro di un’ora, lui e l’atterrito Donald avevano battuto il grano del granaio. Il lavorante fu poi rispedito sulla collina a riconsegnare l’attrezzo con una cerimonia identica a quella con la quale l’aveva ricevuto.
Al suo ritorno trovò il bimbo che giaceva placidamente nella culla.
I fattori tornarono che era quasi buio e, nell’osservare la mole di lavoro svolta da Donald, non lesinarono complimenti al ragazzo, cui domandarono chi tra i vicini lo avesse aiutato a battere così tanto grano.
Fu con un grande imbarazzo che Donald confessò la verità ai suoi padroni, i quali compresero subito che il piccolo che avevano in casa non era figlio loro.
“Dobbiamo liberarcene in gran fretta” dissero i due.
Dopo aver pensato al metodo più rapido e sicuro, lo infilarono in un cesto, che posero sul focolare acceso. Appena le fiamme lambirono il fianco della creatura, questa svanì come un soffio su per la cappa del camino. Immediatamente si udirono dei singhiozzi fuori dalla porta. Sulla soglia, come marito e moglie ebbero modo di constatare con grande sorpresa, stava un bimbo che tremava dal freddo: il loro vero figlio.
Il bimbo tornato a casa dopo quel soggiorno fra gli abitanti del Piccolo Popolo, fu accolto con grandissima gioia dalla sua famiglia, con cui visse in armonia grazie al suo buon carattere che ne fece un giovane saggio e avveduto.
Da Fiabe celtiche. Gnomi, folletti, fate: storie del Piccolo Popolo a cura di Francesco Fornaciai
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